Ma tu che lavoro fai?

Questo sondaggio è rivolto solo a chi mi conosce personalmente. Se non mi conosci o non vuoi rispondere leggi direttamente l’articolo.

Che lavoro faccio?

Prova a descrivere senza spiare troppo in giro di cosa mi occupo prima di leggere il resto dell'articolo.

Lo devo ammettere, non vivo con serenità questa domanda. Il motivo è semplice: il 90% delle persone non sanno nemmeno che le cose che faccio possano essere considerate un lavoro (mia madre inclusa), del restante il 7% ne ha una vaga idea (e probabilmente una pessima reputazione) e il 3% sono gente del settore. A parte le percentuali che sono totalmente a caso, ma che riflettono il senso del messaggio, credo che sia una frustrazione comune quella di dover sminuire il proprio lavoro per farlo capire al proprio interlocutore, che irrimedialmente dirà qualcosa tipo

ah, quindi passi tutte le tue giornate al computer… poverino…

Ci ho pensato un po’ su e credo che una buona risposta sia quella che non tronca il discorso perchè divenuto incomprensibile per l’interlocutore, ma che ne susciti l’interesse. Per i prossimi tentativi di autodifesa da questa domanda proverò con

risolvo problemi

interessante eh? Si, ma come? Inizio a identificare il problema (per esempio rendere più efficienti dei processi interni a un’azienda, far vendere di più o semplicemente farsi conoscere) e da li cerco di proporre delle soluzioni adatte da situazione a situazione, che siano siti internet, applicazioni per cellulari, campagne pubblicitarie o eventi. Tutto questo lo faccio io direttamente e con l’aiuto di altri collaboratori, per Bryan (la mia azienda) e per altre società varie ed eventuali in qualità di consulente.

Credo che sia importante che i propri amici sappiano che lavoro fate, in modo da potervi fare pubblicità, quando per caso gli verrete in mente durante un discorso.

E voi? Avete capito che lavoro faccio? Come vivete questa domanda? I vostri amici sanno che lavoro fate?

Commenti
1 commento a “Ma tu che lavoro fai?”
  1. Giorgio Sironi scrive:

    Soprattutto quando c’è il gap generazionale di mezzo è difficile spiegare in che consiste un lavoro basato sulla conoscenza. La tagline “risolvo problemi” è molto gettonata dagli ingegneri ma riduttiva (ho la caldaia che non funziona, mi risolvi il problema?), quindi io sto cercando di ritagliarmi una spiegazione in termini mondani: intervengo sui programmi per farli crescere sostenibilmente e assicurandomi che funzionino sempre.

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