Ma tu che lavoro fai?
ah, quindi passi tutte le tue giornate al computer… poverino…
Ci ho pensato un po’ su e credo che una buona risposta sia quella che non tronca il discorso perchè divenuto incomprensibile per l’interlocutore, ma che ne susciti l’interesse. Per i prossimi tentativi di autodifesa da questa domanda proverò con
risolvo problemi
interessante eh? Si, ma come? Inizio a identificare il problema (per esempio rendere più efficienti dei processi interni a un’azienda, far vendere di più o semplicemente farsi conoscere) e da li cerco di proporre delle soluzioni adatte da situazione a situazione, che siano siti internet, applicazioni per cellulari, campagne pubblicitarie o eventi. Tutto questo lo faccio io direttamente e con l’aiuto di altri collaboratori, per Bryan (la mia azienda) e per altre società varie ed eventuali in qualità di consulente.
Credo che sia importante che i propri amici sappiano che lavoro fate, in modo da potervi fare pubblicità, quando per caso gli verrete in mente durante un discorso.
E voi? Avete capito che lavoro faccio? Come vivete questa domanda? I vostri amici sanno che lavoro fate?
Soprattutto quando c’è il gap generazionale di mezzo è difficile spiegare in che consiste un lavoro basato sulla conoscenza. La tagline “risolvo problemi” è molto gettonata dagli ingegneri ma riduttiva (ho la caldaia che non funziona, mi risolvi il problema?), quindi io sto cercando di ritagliarmi una spiegazione in termini mondani: intervengo sui programmi per farli crescere sostenibilmente e assicurandomi che funzionino sempre.